20 SONETTI DI SHEKESPEARE - traduzione di Paolo Gioammarroni 2020
Sonetto 2. A 40 ANNI
Q |
uando quaranta inverni
avranno assediato la tua fronte
e scavato profonde rughe nel prato della tua bellezza,
la tua giovinezza - ora una superba veste che confonde -,
di nessun valore sarà considerata, misera pezza;
se allora: ”Dov’è finito il tuo fascino - ti chiederanno -
e dove si è perso il tesoro dei tuoi giorni ruggenti?”,
ammettere che nel fondo dei tuoi occhi infossati stanno,
sarebbe ingorda vergogna ed inutile vanto.
Quale miglior lode avrebbe l’effetto della tua natura
se tu potessi rispondere: “Questa mia giovane creatura
migliora il bilancio e fa perdonare la mia vecchiezza”,
dimostrando che è tua eredità la sua bellezza!
Sarà come rinascere quando sarai
invecchiato
e versare sangue caldo sul tuo,
ormai freddato.
When forty winters shall beseige thy
brow, And dig deep trenches in thy beauty’s field, Thy youth’s proud livery,
so gazed on now, Will be a tatter’d
weed, of small worth held: Then being ask’d where all thy beauty lies, Where
all the treasure of thy lusty days, To say, within thine own deep-sunken eyes,
Were an all-eating shame and thriftless praise.
How much more praise deserved thy beauty’s use, If thou couldst answer ‘This
fair child of mine Shall sum my count and make my old excuse,’ Proving his
beauty by succession thine! This were to be new made when thou art old, And see
thy blood warm when thou feel’st it cold.
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Sonetto 12 - TRA LE ROVINE DELLA VITA
Q |
uando conto le ore scandite dalle lancette
e vedo un giorno vivace sprofondare nella odiosa
sera;
quando ammiro come sfiorisce la violetta
e recenti ciuffi di bianco sulla nera
capigliatura;
quando vedo privi di foglie alberi giganti,
che furono riparo del gregge dalla calura
e la verde erba estiva stretta in covoni spinti
su carretti da teste bianche e senza rasatura:
allora, riflettendo sulla tua bellezza, penso
che anche tu te ne andrai tra le rovine della
vita,
poiché le cose dolci e belle finiscono col
perdersi
e muoiono rapide, mentre per altre c’è la
rinascita:
ma
niente alla lama del Tempo potrà resistere, eccetto
darsi
un erede, che la sfidi se imporrà un taglio netto!
When I do count the clock
that tells the time, And see the
brave day sunk in hideous night; When I
behold the violet past prime, And sable
curls all silver’d o’er with white; When
lofty trees I see barren of leavesWhich erst from heat did canopy the herd,
And summer’s green all girded up in sheaves
Borne on the bier with white and bristly beard,
Then of thy beauty do I question make, That thou among the wastes of time must go, Since sweets and beauties do themselves forsake
And die as fast as they see others grow; And nothing ‘gainst Time’s scythe can make defence
Save breed, to brave him when he takes thee
hence.
Sonetto 17 –
UN FIGLIO TUO
C |
hi crederà ai miei versi,
in un prossimo futuro,
se esagero a riempirli
con tuoi apprezzamenti?
Sa il cielo come, in
realtà, io sia un muto muro
che cela la tua vita e di
te offre scarsi elementi.
Se saprò ridire tutta la
bellezza del tuo sguardo
e riversare ogni tua
grazia in nuove righe,
in quell’epoca si dirà: “Questo
Poeta, che bugiardo,
mai simili tratti divini
sfiorarono umane rughe…”
Dunque delle mie
pergamene sbiadite dell’inchiostro
rideranno, come di
vecchiette stolte ed esagerate,
e i giusti tuoi meriti
letti come isterie di Poetastro,
o da qualche vecchio
canzoniere rime abusate.
Ma se per allora un figlio tuo starà
crescendo,
due vite, In lui e nelle mie rime, starai vivendo
Who will believe my verse in time to come If it were fill’d with your
most high deserts? Though yet heaven knows it is but as a tomb Which hides your life and shows not half your
parts: if I could write the beauty of your eyes
and in fresh numbers number all your graces the age to come would say
this Poet lies, such heavenly touches ne’er touch’d earthtly faces. So should
my papers (yellowed with your age) Be scorn’d, like old men of less truth than
tongue,
and your true rights be term’d a Poet’s rage and stretched metre of an antique siong. But were some child of yours alive that time, you should live twice, in it and in my rhyme
Sonetto 18 - LA TUA ETERNA ESTATE
P |
aragonare te ad una
giornata d’estate?
Ma tu sei più amabile e
misurato/a:
già a maggio le gemme
tremano sotto le folate e
la nostra estate un
accordo così breve avrà firmato:
talvolta il cielo troppo
ardente non si stanca,
o se spesso il suo volto
color oro si oscura
allora ogni cosa bella
dal bello si distacca;
a causa del caso, o del
corso bizzarro di natura.
Ma tu - nella tua eterna
estate – non cambierai stagione,
né perderai della tua
bellezza pieno possesso;
né sarà la morte a darti
nella sua ombra protezione,
perché resisterai al
tempo, nei miei versi.
Finché respireremo e avremo occhi ben
fissi
tanto a lungo vivranno queste rime e tu
con esse.
Shall I compare thee to a summer’s day? Thou art more lovely and more temperate: Rough winds do shake the darling buds of May, And summer’s lease hath all too short a date: Sometime too hot the eye of heaven shines, And often is his gold complexion dimmed; And every fair from fair sometime declines, By chance or nature’s changing course untrimmed. But thy eternal summer shall not fade, Nor lose possession of that fair thou ow’st; Nor shall death brag thou wander’st in his shade, When in eternal lines to time thou grow’st: So long as men can breathe, or eyes can see, So long lives this, and this gives life to thee.
Sonetto 23
– SENZA
PAROLE
C |
ome un attore all’esordio
sulla scena
ha un vuoto per paura e
dimentica la parte;
o come un violento, con
scatti di ira in altalena,
nell’ impeto indebolisce
le proprie stesse carte:
così io, per poca fiducia
in me, non sono attento
a tutti i passaggi del
rito dell’amore e
- anche se nel pieno del mio vigore – mi sento
mancare sotto il peso del
mio ruolo di amatore:
dunque siano i miei
scritti i nuovi messaggeri
muti ed eloquenti del mio
cuore infervorato che
– non più nella lingua
che parlò tanto fino a ieri –
invoca amore e conta gli
venga ricambiato.
Oh, saper leggere anche nei segni di un
amor silente…
E ascoltar con gli occhi il raffinato
amor sapiente
As an unperfect actor on the stage Who with his fear is put besides his
part Or some fierce thing replete with too much rage Whose strenght’s abundance
weakens his own heart: so i for fear of trust, forget to say the perfect
cerimony of love’s rite
and in mine own loves’s strength seem to decay o’ercharg’d with burthen
of mine love’s might: o let my books be then the eloquence and dumb presagers
of my speaking breast who plead for love and look for recompense more than that
tongue that more hath mmore express’d o learn to read what silent love hath writ
Sonetto 27 – IL CALMANTE
S |
tressato, stanco del
viaggio, verso questo letto
caldo amico delle mie
membra, esaurito l’impegno fisico
e con la mente appena
desta, mi affretto;
ma ecco nella testa un
nuovo percorso, psichico
dove verso di te in solerte
filaindiana si muovono
i pensieri – nel mio
luogo d’ esilio imprigionati –
inseguiti dalle mie
palpebre che crollano,
scrutano tenebre, regno
unico degli accecati:
finché lo sguardo
immateriale dell’anima mia
propone alla mia vista
senza sguardo la tua ombra
quella che, come diamante
emerso nella notte buia,
la fa bella e dal suo
volto ogni ruga sgombra.
E’ così! Le mie membra di giorno, di notte
la mia mente
per me stesso e per te non trovano un
calmante
Weary with toil, I haste me to my bed, The dear repose for limbs with travel tired;
But then begins a journey in my head To work my mind, when body's
work's expired: For then my thoughts--from far where I abide-- Intend a
zealous pilgrimage to thee, And keep my drooping eyelids open wide, Looking
on darkness which the blind do see: Save that my soul's imaginary sight
Presents thy shadow to my sightless view, Which, like a jewel hung in
ghastly night, Makes black night beauteous, and her old face new. Lo!
thus, by day my limbs, by night my mind,
For thee, and for myself, no quiet find.
Sonetto 28 –
IL GIORNO E LA NOTTE
C |
ome posso ormai ritrovare
un brio di atleta
se recuperare nel mio
sonno è causa persa?
Se l’oppressione del
Giorno la Notte non si quieta,
anzi di Notte mi opprime il
Giorno e viceversa…
Entrambi – seppur
reciproci nemici dalla propria arena –
si accordano, si dan la
mano a torturarmi,
uno-il Giorno con la
fatica, l’altra-la Notte con la pena
di star lontano da te e
sempre più allontanarmi.
E che tu splendi lo dirò al
Giorno, così da farlo contento,
e che gli dai lustro
quando le nubi macchiano l’atmosfera;
E così lusingo la Notte-dalla-pelle-scura
dicendo che,
quando non c’è luce nelle
stelle, colorerai in oro tu la sera.
Ma il Giorno ogni giorno prolunga il mio
tormento
e Notte dopo notte più forte il peso del dolore sento
How can I then return in happy plight That am debarr’d the benefit of
rest?
When day’s oppression is not eas’d by night But day by night, and night
by day oppress’d An each, though enemis to either’s reign, do in consent shake
hands to torture me, the one by toil, the other to complain how far I toil,
still further off from thee. I tell the day, to please him thou art bright And
dost him grace when clouds do blot the heaven: so flatter I the
swart-complexion’d night; when sparkling
stars twire not thou gild’st the even. By day doth daily draw my
sorrow’s longer
And night doth nightly make grief’s strength seem stronger
Sonetto 36
– NOI DUE DISTINTI
F |
ammelo dire: sentiamoci come esseri distinti, anche se
le nostre inseparabili attrazioni formano una cosa, e
non due.
Così gravino i danni provocati - insieme a te -
solo su di me, risarciti senza azioni tue.
Certo nel nostro doppio amore esiste un reciproco
intento
resistente a questo evento di separazione
che, se non incide sulla qualità del sentimento,
al piacere dell’amore ruba egualmente dolci ore.
Non potrò io per sempre tenerti in simpatia
se col mio acuto rimorso vergogna t’avrò creato,
né potrai tu più lodarmi in pubblico con cortesia,
a rischio per questo di finire sputtanato.
Ma non
farlo: io t’amo con tanta devozione che,
poiché sei
mio, mia è anche la tua reputazione
Let me confess that we two must be twain
Although our undivided loves are one.
So shall those blots that do with me remain
Without thy help by me borne alone.
In our two loves there is buto ne respect Though
in our lives a separate spite
Which, though it alter not love’s sole effect
Yet doth with public kindness honor me
Unless thou take that honor from thy name. But
do not so: I love thee in such sort
As, though being mine, mine is thy good resort
Sonetto 41 - IL TRIANGOLO
Q |
uei
tuoi leggeri peccati commessi in libertà
le
volte che dal tuo cuore ero escluso
bene
si sposano alla tua bellezza, alla tua età,
perché
ovunque eri la tentazione ti ha seguito.
Sei
pieno di qualità e ispiri un’avventura,
sei
attraente e dunque tutto da conquistare
e
quando una donna si offre, quale creatura
sarà
sì dura da volgerle le spalle prima di trionfare?
Ahimè!
Perché non risparmi almeno il mio diritto
e
freni la tua bellezza e la scapigliata gioventù?
Ti
porteranno coi loro eccessi alla soglia del conflitto
da
costringerti a rompere insieme una doppia fedeltà:
quella di lei, tentata dal tuo fascino
fatale,
quella mia e tua, che forte del tuo
fascino mi sei sleale
Those pretty wrongs that liberty commits When I am sometimes
absent from thy heart Thy beauty and thy years full well befits For still temptation
follows where thou art. Gentle thou art and therefore to be won Beauteous thou
art, therefore to be assail’d; and when a woman woos, what woman’s son will
sourly leave her till she have prevail’d? ay me! But yet thou mightst my seat
forbear and chide thy beauty and thy straying youth who lead thee in their riot even there where
thou art forc’d to break a twofold truth; hers, by the beauty tempting her to
thee thine, by the beauty being false to
me
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Sonetto 61 - IMMAGINI NOTTURNE
E’ |
proprio tua l’ immagine che vuol mantenere aperte
le mie palpebre pesanti ad ogni stremata notte?
Sei forse tu a desiderare che i miei sonni siano rotti
da ombre simili a te, che del mio sguardo fai beffe ?
È tutto tuo lo spirito che liberi da te
e mandi, da lontano, per spiare ogni mio dettaglio,
per scoprire ore frivole o imbarazzanti in me,
alla tua gelosia di rinforzo, nonché bersaglio?
No, l’amore tuo, anche se forte, non è così ambizioso:
è la passione che mi tiene desto il cervello,
è il mio devoto amore che frustra il mio riposo
per far per causa tua da sentinella.
Per te qui resto sveglio, mentre tu
dove sei chissà,
molto lontano da me, e con altri in
troppa intimità.
Is it thy will thy image should keep
open My heavy eyelids to the weary night? Dost thou desire my
slumbers should be broken, While shadows like to thee do mock my
sight? Is it thy spirit that thou send’st from thee So far from home
into my deeds to pry, To find out shames and idle hours in me, The
scope and tenor of thy jealousy? O, no! thy love, though much, is not so
great: It is my love that keeps mine eye awake; Mine own true love
that doth my rest defeat, To play the watchman ever for thy sake: For
thee watch I whilst thou dost wake elsewhere, From me far off, with others
all too near.
Sonetto 66 –
QUESTO MONDO
B |
en venga per me morire in
pace, esausto come sono
di scoprire ancora il
Giusto condannato a mendicare
e in confezione-regalo
l’inutile Consumo
e miseramente tradita la
Fede esemplare
e conferiti agli Indegni
onori d’oro
e alle vergini svenduta
con forza la Virtù
e diffamata la
Rettitudine senza decoro
e l’Energia dissipata con
falsi atout
e l’Arte imbavagliata
dalle autorità
e la sventatezza al
Talento dettare il ricettario
e l’aperta Verità
scambiata per ovvietà
e il Bene schiavizzato da
sua maestà il malvagio:
esausto come sono, con questo mondo la
finirei
salvo che sola, da morto, la mia amata lascerei
Tired with all these, for restful death I cry As to behold desert a
beggar born
And needy nothing trimm’d in jollity And purest faith unhappily forsworn
And gilded honour shamefully misplac’d And maiden virtue rudely
strumpeted
And right perfection wrongfully disgrac’d And strength by limping sway
disabled
And art made tongue-tied by authority And folly – doctor-like –
controlling skill
And simple truth miscall’d simplicity And captive good attending captain
ill:
Tir’d with all these, from these would I be gone, save that, to die, I
leave my love alone
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Sonetto 87 – IL GRANDE DONO
A |
ddio!
Troppo prezioso sei, perché
io mi attacchi a te,
che sai ricorrere
all’autostima, come ad un masso:
con l’elenco dei tuoi
pregi ti rendi assente,
i patti che ci legavano
sono ormai un lusso.
Perché: come posso
tenerti se tu non ti segnali
e poi quali meriti avrei
per tanta abbondanza?
Non vedo in me motivo per
quel tuo bel regalo
e così il mio
lasciapassare vada in dimenticanza.
Ti donavi a me ignorando quanto
valevi ancora,
o confondendo me, cui ti
donavi, con altra gente;
così il tuo grande dono,
dopo la palese svista, ora
ti ritorni a casa, a far
riflessioni più attente.
T’ho sentito mio, come per sognante
sbaglio:
nel sonno io ero un re, tutt’altro nel
risveglio.
Farewell! Thou art too dear for my possessing, and like enough thou
know’st thy estimate: the charter of thy worth gives thee releasing, my bonds
in thee are all determinate. For how do I hold thee but by thy granting, and
for that riches where is my deserving? the cause of this fair gift in me is
wanting, and so my patent back again is swerving.
Thyself thou gav’st, thy own worth then not knowing, or me, to whom thou
gav’st it, else mistaking; so thy great gift, upon misprision growing, comes
home again, on better judgement making. Thus have I had thee, as a dream doth
flatter, in sleep a king, but waking no such matter.
Sonetto 110 – CIO’
CHE NON PUO’ FINIRE
È |
vero, ahimè, ho corso in lungo e in largo
e da buffone per chi
passava ho recitato,
a pezzi i miei pensieri,
svenduto ciò che m’era caro
e ridotto a vecchi
affronti i nuovi affetti.
Ancor più vero è che
guardai alla virtù
distratto e con sospetto;
ma a parte ciò
quegli scossoni per il
mio cuore eran nuova giovinezza.
E hai visto le nostre
liti come prove di amorevolezza.
Ora tutto è passato:
prendi da me ciò che non può finire.
Mai più alimenterò le mie
voglie con nuove tentazioni
solo per metterle a
confronto con un vecchio affetto,
quel dio cui in amore son
legato.
E allora accoglimi tu, a me vicina più
dell’azzurro,
sul tuo seno così tanto amoroso e puro.
Alas, ‘tis true I have gone here and there, and made myself a motley to
the wiew, gored mine own thoughts, sold cheap what is most dear, made old
offences of affections new. Most true it is that I have looked on truth Askance
and strangely; but, by all above, these blenches gave my heart another youth,
and worse essays proved thee my best of love. Now all is done, have what shall
have no end: Mine appetite I never more will grind On newer proof, to try an
older friend, a god in love, to whom I am confined. Then give me welcome next
my heaven the best even to thy pure and
most, most loving breast.
Sonetto 112 –
L’IMPRONTA DELLO
SCANDALO
S |
olo il tuo amore, la tua
dolcezza, san cancellare l’impronta
che in fronte certa gente
scandalizzata mi ha stampato.
Perciò di chi mi loda o
mi disprezza cosa mi importa
se tu mi copri errori, o
trovo un gesto mio apprezzato.
Sei tu tutto il mio mondo
e la bocca tua interrogherò
per conoscere di cosa
vergognarmi o essere fiero.
Nessun altro esiste per
me. Né altri oltre te accetterò
per dar nuovo spessore al
mio carattere temprato. Nel nero
abisso lascio cadere
dunque qualsiasi mia attenzione
alle loro opinioni e scelta
una vipera a somiglianza
rimarrò indifferente ad
apprezzamenti o valutazioni.
Sappiate come giustifico
questa mia noncuranza…
Così presente e forte sei tu in ogni mio
rapporto
che ormai il restante mondo lo vivo come
morto
Your love and pity doth th’ impression fill which vulgar scandal stamp’d
upon my brow, for what care I who calls me well or ill, so you o’er-green my
bad, my good allow? You are my All the world, and I must strive To know my
shames and praises fropm your tongue, none else to me, not I to none alive that
my steel’d sense or changes right or wrong. In so profound abysm I throw all
care
Of either’s voices, that my adder’s sense To critic and to flatterer
stopped are:
mark how with my neglect I do sispense. You are so strongly in my purpose bred, that
all the world besides, methinks, are dead
Sonetto 118
– MALI INESISTENTI
C |
ome quando, per
risvegliare uno scarso appetito,
stuzzichiamo il palato
con qualcosa di piccante,
o a prevenire malattie
senza sintomo avvertito
come già deboli ci
indeboliamo col purgante…
Così io, forte della
vostra dolcezza di supporto,
per condire i miei cibi
ho scovato salse amare
e malato di troppo
benessere trovai qualche conforto
nell’ammalarmi prima che
scatti l’impulso di sudare…
Così la mossa amorosa di
circoscrivere malanni
inesistenti prese
l’aspetto di veri errori
e fornì al mio buon stato
di salute caldi panni,
esuberante al punto di
farsi curare dai malori.
Detto questo, accetto e imparo la lezione
chiara
che chi muore per voi s’avvelena, con o
senza fiala
Like as to make our appetites more keen With eager compounds we our
palate urge
As to prevent our maladies unseen, we sicken to shun sickness when we
purge.
Even so being full of your ne’er cloying sweetness To bitter sauces did I
frame my feeling; and sick of welfare found a kind of meetness to be diseas’d ere
that there was true needing. Thus policy in love t’ anticipate The ills that were
not, grew to faults assured And brought to medicine would by ill be cured. But
thence I learn and find the lesson true, drugs poison him that so fell sick of
you
Sonetto 120 - IL
BALSAMO
M |
i aiuta oggi quel tuo
sgarbo di un tempo,
per il dolore che provai
allora, a farmi ora
chino davanti a questo
mio scempio,
non avendo più d’acciaio
o bronzo la vigoria.
Se tu stesso/a sei stato
dai miei sgarbi sazio/a
come io dai tuoi, per un
inferno certo sarai passato/a,
mentre io, oh crudele,
per riflettere non ebbi spazio
su quanto soffersi dal
tuo peccato.
Oh, se quella
nostra notte di dolori mi ricordasse
il senso
profondo di quanto duro colpisce il vero dolore,
potrei
offrirti al più presto, come tu con me, forse
il
balsamo delle scuse, l’unica cura per l’infranto cuore!
Ma il tuo torto di allora è diventato un
pegno:
il mio ripaga la tua offesa, il tuo questo contegno.
That you were once unkind befriends me now, and for that sorrow which I
then did feel needs must I under my transgression bow, unless my nerves were brass
or hammered steel. For if you were by my unkindness shaken As I by yours,
you’ve passed a hell of time; and I, a tyrant, have no leisure taken to weight
how once I suffered in your crime. O, that our night of woe might have
remembered My deepest sense, how hard true sorrow hits, and soon to you, as you
to me then, rendered the humble salve which wounded bosoms fits! But that your
trespass now becomes a fee: mine ransoms yours, and yours must ranson me.
Sonetto 128 - LA
SUONATRICE
M |
usica mia, quante volte -
quando musica confermi
su quel legno beato che
risponde se sfiorato
dalle tue dolci dita,
quando con grazia governi
inesauribili accordi per
il mio orecchio turbato, -
invidio le spasimanti
corde anonime che in agilità
si spingono a baciarti il
palmo della mano serica,
mentre la mia povera
bocca quel frutto cerca con avidità, ma si blocca ardente davanti all’audacia
di tanta tecnica!
Per farsi così arpeggiare
tutti muterebbero certamente
pelle e posizione tra
quelle schegge di danza
su cui le dita tue
scorrono via morbidamente
e baciano quel antico
ciocco, vero strumento d’eleganza.
Se ora i tuoi anonimi spasimanti si senton rallegrare,
lascia pure le dita a loro: a me le tue
labbra da baciare
How oft when thou my music music play’st Upon that blessed wood whose
motion sounds With thy sweet fingers when thou gently sway’st The wiry concord
that mine ear confounds Do i envy those jacks that nimble leap To kiss the
tender inward of thy hand Whilst my poor lips which should that harvest reap at
the wood’s boldness by thee blushing stand. To be so tickled they would change
their state
And situation with those dancing chips O’er whim thy fingers walk with
gentle gait
Making dead wood more bless’d than living lips: since saucy jacks so happy are in this give
them thy fingers, me thy lips to kiss
Sonetto 130
- LEI NON E’
BELLA
L |
a mia compagna non può accecare il sole coi suoi occhi;
Il rosso delle labbra sue non ha il tono dei
coralli;
Se sa fiorire un fiore nella neve, i suoi seni
sono secchi;
Le crescono aculei in testa, mentre le altre cotonano i capelli;
Screziate, rosse, bianche, ho catalogato varie
rose:
non ne ricorda alcuna la sua guancia; ed
esistono di sicuro essenze assai più deliziose
del fiato che sale a volte dalla sua pancia.
E’ un piacere sentirla conversare, ma –
confesso -
la musica preziosa ha un ritmo meno noioso.
Vorrei saper lasciarle, come ad una Dea, il
passo:
per ora andiamo, pestando terra senza riposo.
Eppure, questa donna per me è unica, lo
giuro,
proprio come ogni altra sottoposta a confronto duro
My mistress' eyes are nothing like the sun; Coral is far more red than her lips'
red;
If snow be white, why then her breasts are dun; If hairs be wires, black wires grow
on her head. I have seen roses
damask'd, red and white, But no
such roses see I in her cheeks; And
in some perfumes is there more delight
Than in the breath that from my mistress reeks. I love to hear her speak, yet well I
know That music hath a far more
pleasing sound; I grant I never
saw a goddess go; My mistress,
when she walks, treads on the ground: And
yet, by heaven, I think my love as rare
As any she belied with false compare
Sonetto 144 - DUE AMORI
S |
ono due i miei amori, per
mia gioia o per farmi disperare,
due veri spiritelli
sempre pronti a far proposte:
l’angelo buono è uomo,
perfetto da copiare,
l’anima pessima è donna,
livida come la notte.
Per precipitare me al più
presto nell’inferno,
lei - il demonio - a sé
l’angelo buono tirerà
per trasformare lui - il
santo - in un dannato eterno
insidiando tanta purezza
con la sua volgare vanità.
E che il mio caro angelo
scelga vesti di indemoniato
m’è lecito pensarlo,
anche se non lo dico,
temo che il lato angelico
nell’infernale venga risucchiato,
così lontani da me ora
quei due, tra loro stretti come nuovo amico…
So che la verità per ora non saprò, vivrò
questo disagio,
finché il mio angelo buono sarà annientato
dal malvagio
Two loves I have of comfort and despair which like two spirits do suggest
me still:
the better angel is a man right fairthe worser spirit a woman, colour’d
ill.
to win me soon to hell, my femal evil tempteth my better angel from my
side
and would corrupt my saint to be a devil wooing his purity with her foul
pride.
And whether that my angel be turn’d fiend Suspect I may, but not
direcltly telle;
but being both from me, both to each friend I guess one angel in
another’s hell: yet this shall I ne’er
know, but live in doubt till my bad angel fire me good one out
Sonetto 150
– INFLUENZA SUL MIO CUORE
O |
h, da quale
autorità ti arriva questa forza audace
che influenza il
mio cuore, aldilà della tua pochezza,
fino a smentire la
mia visione più tenace e
a farmi rinnegare
ciò che allieta del giorno la bellezza?
Com’è possibile che
si guasti il divenire delle cose
se manifesti sfoggi
di abilità, arguzia, dettaglio
- specie nelle tue azioni più rovinose - che
a mio avviso, col
tuo lato peggiore dai il tuo meglio?
Chi t’ha insegnato
che quelli come me amano
di più quando
vedono e sentono motivi per odiarti?
Proprio perché mi
piaci per quel che gli altri schifano
con altri non
dovresti schernirmi e vantarti…
Se
la tua indegnità fece presa su di me,
tanto più oggi fammi degno dell’amore tuo per me
O from what pow'r hast thou this
pow'rful might, With insufficiency my heart to sway, To make me give the lie to
my true sight, And swear that brightness doth not grace the day? Whence hast
thou this becoming of things ill, That in the very refuse of thy deeds There is
such strength and warrantise of skill That in my mind thy worst all best
exceeds? Who taught thee how to make me love thee more,
The more I hear and see just cause of
hate? O, though I love what others do abhor,
With others thou shouldst not abhor my
state.
If thy unworthiness raised love in me, More
worthy I to be beloved of thee.
INDICE
Sonetto 2 – A 40 anni Sonetto 12 – Tra le rovine della vita Sonetto 17 – Un figlio tuo Sonetto 18 – La tua eterna estate |
When 40
winters shall beseige When
I do count the clock Who
will believe my verse Shall
I compare thee |
Sonetto 23 – Senza parole |
As
an unperfect actor |
Sonetto 27 – Il calmante |
Weary with toil, I haste me |
Sonetto 28 – Il Giorno e la Notte |
How
can I then return |
Sonetto 36 – Noi due distinti |
Let me confess that we two |
Sonetto 41 – Il triangolo Sonetto 61 - Immagini
notturne |
Those
pretty wrongs Is
it thy will thy image |
Sonetto 66 – Questo mondo |
Tired
with alle these |
Sonetto 87 – Il grande dono Sonetto 110 – Ciò che non può finire Sonetto 112 – L’impronta dello scandalo Sonetto 118 – Mali inesistenti Sonetto 120 – Il balsamo Sonetto 128 – La
suonatrice |
Farewell!
Thou art too dear Alas,
tis true I have gone Your
love and pity doth Like
as to make our That
you were once unkind How
oft when thou my music |
Sonetto 130 – Lei non è bella |
My Mistress’ eyes are nothing |
Sonetto 144 – Due amori Sonetto 150 – Influenza sul mio cuore |
Two
loves I have of comfort Oh
from what power hast |
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